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«Durante il periodo pandemico ho rovistato nei miei scatoloni della memoria trovando una quantità di pensieri che non ricordavo: ne ho fatto una selezione del periodo 1965-2012. Sono pensieri del mio disagio esistenziale, con lampi di speranza e sprofondamenti interiori, cercando nella luce oscura della mente il senso del vivere. Ho affiancato altri pensieri con una scrittura ancora non decodificabile, prelinguistica o postatomica, che porta dentro di sé, forse, un linguaggio comunicativo immaginario, utopico e del sogno».